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Quando vince la volontà popolare

  • Immagine del redattore: Radicali Roma
    Radicali Roma
  • 22 mag 2009
  • Tempo di lettura: 3 min

Quando vince la volontà popolare

da La Voce Repubblicana del 22 maggio 2009, pag. 4

di Riccardo Masini

Nelle scorse settimane, la direzione romana del PRI ha dato il via ad una coraggiosa iniziativa politica di ambito territoriale. Nell`ambito delle attività del Comitato Ernesto Nathan, che vede i repubblicani sedersi ad un tavolo di confronto con il Partito Radicale della Capitale, l`Unione Romana si è fatta promotrice di otto referendum regionali, quattro propositivi e quattro abrogativi, che se approvati porteranno all`immediata esecutività di altrettante proposte di legge regionale; i campi di intervento sono i più disparati, andando dalle politiche del territorio al sostegno sanitario alle famiglie, dal rigore sui finanziamenti regionali a forze politiche ed enti religiosi ai diritti civili (chi è interessato, può trovare i quesiti referendari sul nuovo sito dei repubblicani romani: www.repubblicaniroma.net). L`iniziativa – che chiama a raccolta tutte le strutture comunali, provinciali e regionali dei PRI – ha visto anche l`adesione dei giovani della FGR romana. Ora, al di là dell`importanza contingente di tale azione politica territoriale nonché dell`utilità dello stimolo organizzativo che essa può dare alle nostre forze presenti sul territorio, l`iniziativa pone con forza una questione alla quale negli anni scorsi forse non è stata data una sufficiente attenzione. L`istituto referendario nel nostro Paese è, lo sappiamo, ormai screditato. Lo . abbiamo sperimentato sulla nostra pelle con i nobili sforzi per la procreazione assistita, conclusi con un triste nulla di fatto. Ma la peculiarità dei quesiti che oggi sosteniamo è che essi sono anche propositivi e non solo abrogativi. Grazie ad una legge al momento esistente nella sola Regione Lazio, infatti, i cittadini saranno chiamati non solo a cancellare una parolina o un comma da un testo legislativo, per quanto concerne i quattro abrogativi, ma a sostenere proposte ben definite: nuove leggi che traggono una propria legittimazione dalla volontà popolare senza intermediari aggiunti. Non è forse quest`ultima la forma più compiuta di democrazia diretta? Certo, siamo realisti e sappiamo bene che un tale metodo di legislazione non è applicabile su scala nazionale; troppo forti sarebbero i rischi di strumentalizzazione demagogica, troppo forti le tentazioni di cavalcare impulsi emotivi del momento per far passare iniziative politiche fors`anche dannose per la comunità. E tuttavia, ricondotta in ambito territoriale, concentrata su quei problemi quotidiani dei cittadini che sono il primo banco di prova di una politica che sia veramente legata ai bisogni dell`individuo, la soluzione del referendum propositivo non può che essere uno strumento prezioso nelle mani di quelle forze politiche che hanno a cuore i reali interessi degli elettori. Essi permettono a forze di minore entità, tagliate fuori dai “grandi giochi” della politica, per miopi calcoli elettoralistici, di riassumere un ruolo attivo, a contatto con i cittadini e immediatamente riconoscibile. In più, rispondono a quella figura di governo partecipativo che tanto significa per i repubblicani e che tanto può fare per una società più giusta, più condivisa e quindi più efficiente. La Regione Lazio si è attivata per rendere operativo questo istituto, già previsto dallo Statuto regionale, attraverso l`apposita proposta di legge n. 487 del 6 maggio u.s. Sappiamo che anche altre Regioni stanno cercando di introdurlo, ma ancora non si sono approvate le necessarie modifiche statutarie. Potrebbe essere dunque utile discutere tra noi repubblicani, eredi di una tradizione che fa dell`azione politica critica e propositiva il fulcro del proprio essere, sull`opportunità di sostenere sistematicamente tali iniziative. Ne gioverebbe la visibilità e la forza del Partito, ma fatto ancor più importante ne gioverebbero tutti quei cittadini che potrebbero tradurre una posizione politica in un atto legislativo preciso, consapevole e partecipato.

 
 
 

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