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APPELLO PER UNA PRESA DI POSIZIONE UNITARIA SUL CASO FRANCESCA ALBANESE

  • Immagine del redattore: Radicali Roma
    Radicali Roma
  • 11 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 12 lug

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Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, è stata sanzionata dagli Stati Uniti d'America, a seguito di un rapporto che ha menzionato diverse aziende statunitensi che finanziano le operazioni militari israeliane. Albanese nel tempo è stata frutto di continui attacchi mediatici da parte dello Stato d'Israele, che parallelamente ha monopolizzato gli spazi pubblicitari nel tentativo di screditare Francesca Albanese.


Come Radicali Roma, condanniamo senza tentennamenti gli eventi del 7 Ottobre e sosteniamo lo stato di diritto e di esistenza di Israele. Parallelamente, di fronte alla violazione continua della libera e giusta informazione, di fronte alla conoscenza che viene messa a rischio, non possiamo stare in silenzio. La lotta di Francesca Albanese nel documentare le atrocità in Palestina attraverso il proprio servizio all'ONU, è la nostra stessa battaglia che tutti insieme siamo tenuti a portare avanti.

Leggi l'appello!

Firma l'appello al Sindaco Gualtieri!

Che tu venga da destra, sinistra o da nessuna parte: questa è una battaglia per la libertà di dire la verità e per chi crede che la verità non sia una colpa.



A tutte le segreterie politiche romane, alle associazioni democratiche, al Sindaco della Capitale.


Alle forze politiche che ancora credono che la politica debba avere il coraggio di prendere posizione.


Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati, è stata oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti. Un atto politico gravissimo, senza precedenti, contro una funzionaria che ha avuto il solo torto di esercitare con coscienza il suo mandato: documentare, denunciare, testimoniare la realtà.


La realtà, quella vera, non filtrata dalle guerre d’informazione, dagli spazi pubblicitari comprati, dalle fake news diffuse da apparati governativi delegittimare chi racconta i fatti, raccontare una verità distorta e fare brand-washing.


Chi ha ancora il coraggio di guardare Gaza e la Cisgiordania oggi, con occhi liberi, non può non vedere il disastro umanitario in corso. Non può non ascoltare le famiglie israeliane degli ostaggi che accusano il proprio governo di usare il loro dolore come copertura per una guerra che non li restituirà. Non può non sentire le voci dei giornalisti cui è vietato l’accesso, le denunce delle ONG tagliate fuori, il buio calato su un territorio che sembra non dover esistere più.


Condanniamo fermamente il massacro del 7 ottobre 2023 e la barbarie del terrorismo, e ribadiamo senza esitazioni il diritto dello Stato di Israele ad esistere e a vivere in sicurezza.


Ma proprio in nome di questo principio, non possiamo tacere di fronte alle violazioni sistematiche del diritto internazionale, alla repressione che si intensifica nei territori occupati, alla vendetta che ha preso il posto della giustizia.


Difendere Francesca Albanese oggi non significa scegliere una fazione, ma affermare che esiste ancora uno spazio per la verità, per il diritto, per il rispetto dei popoli. Lo diciamo con un approccio laico ma non indifferente alla spiritualità: crediamo che la coscienza vada ascoltata, non sanzionata. Come avrebbe detto Pannella — per chi ci crede, oggi ci guarda — non bisogna schierarsi “con gli ultimi”, ma con chi è stato escluso perfino dal concetto stesso di essere visto.

Non si tratta di essere “pro” o “contro” qualcosa. Si tratta di decidere se stare dalla parte della verità e della giustizia, o rassegnarsi al silenzio. E noi scegliamo la prima.


Per questo chiediamo:

una presa di posizione pubblica e trasversale contro le sanzioni a Francesca Albanese;

un documento unitario da presentare al prossimo Consiglio Comunale;

il pieno sostegno all’operato delle Nazioni Unite e della giustizia internazionale, contro ogni tentativo di intimidazione.

Roma non può restare in silenzio.*


Che Roma, Città della Pace e Città Aperta, Capitale della Coscienza civile, non resti in silenzio.


Non c’è più tempo per fare i “neutrali”. La neutralità, oggi, è complicità.

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