Al Tordinona di Roma spettatori felicissimi di bere la Poesia attraverso l’Arte di Mario Scaccia
- Radicali Roma

- 22 ott 2009
- Tempo di lettura: 3 min
Al Tordinona di Roma spettatori felicissimi di bere la Poesia attraverso l’Arte di Mario Scaccia (…. che vi state perdendo !!!!!!)
di Lucio De Angelis
Fino al 1^ novembre al Teatro Tordinona di Roma il Maestro Mario Scaccia è impegnato in una splendida maratona poetica dal titolo “24 giorni di poesia”.
“Se non ci fosse stato il teatro – dice –l’avrei inventato io per sopravvivere. Perché? Perché sono un poeta a cui non basta scrivere, ma vivere la poesia che mi possiede.”
Scaccia e la Poesia, Scaccia e il Teatro, questo suo pensiero racchiude tutta la sua vita d’artista e di uomo che, giunto alla soglia dei novant’anni, si rivela in un percorso poetico che racconta la parola scritta fatta di nostalgia e di pensieri segreti, di tempi sospesi e di silenzi, di luoghi di guerra e di emozioni intime.
Un viaggio attraverso le liriche di tre grandi poeti coi quali Mario Scaccia si è sfiorato nel corso della sua lunga carriera: Salvatore Quasimodo andò a vederlo ateatro a Milano nel ’68; di Eugenio Montale c’era sempre un libro di poesie negli zaini dei ragazzi che andavano in guerra, anche Scaccia ne conservava uno che leggeva col poeta Vittorio Sereni durante la loro prigionia nell’Africa settentrionale; nel 1970 era appena venuto a mancare Giuseppe Ungaretti e Scaccia andò a commemorarlo a Cervia su invito del poeta Alfredo Giuliani; a Maria Luisa Spaziani poetessae autrice di piècelo lega un sincero rapporto di stima e amicizia, non c’è spettacolo del maestro in cui lei non sia in prima fila.
Con “24 giorni di poesia”, Scaccia offre al suo pubblico momenti di grande intensità, profondi, veri come la poesia sa dare: la prima parte dello spettacolo é dedicata ad un poeta diverso: si inizia con Ungaretti, segue Montale, poi Quasimodo; Melania Fiore al pianoforte accompagna il maestro che diventa voce vibrante de “I fiumi” e di “Ossi di seppia” e di “Vento a Tindari” e di molti altri versi.
Chi scrive ha assistito alla serata dedicata a Montale, dove il Maestro ha chiuso con ispirazione e emozionante sentimento il suo recital, recitando i versi di “Ho sceso un milione di scale”, che riportiamo per quei pochi che non la conoscono.
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. ”(Eugenio Montale)
Il secondo tempo vede in scena gli attori della scuola di teatro di Scaccia: Tullia Daniele, Mauro Fanoni e Melania Fiore in due atti unici di prosa (“La vedova Goldoni” e “Processo a Giacomo Puccini”)tratti da “Teatro comico e no” della Spaziani.
Dalle immagini vivide delle liriche scritte in trincea da Ungaretti caposcuola dell’ermetismo, alle riflessioni esistenziali del premio Nobel Montale, dalla rarefatta poetica giovanile poi oratoria civile del premio Nobel Quasimodo, alla Spaziani divisa fra la sacralità della poesia e il teatro comico: questo lo scenario che ci propone Mario Scaccia, linguaggi, versi che trasmutano in intense immagini.
E allora alla domanda, è ancora possibile la poesia?
Voglio rispondere con un ottimistico pensiero di Ungaretti:
“Io credo che il giorno che non ci sarà più la poesia, non ci sarà nemmeno l’uomo”.
Teatro Tordinona di Roma
Compagnia MiRó Teatro
Mario Scaccia
in
“24 giorni di poesia”
6-14 ottobre: Giuseppe Ungaretti15-23 ottobre: Eugenio Montale
24 ottobre – 1 novembre: Salvatore Quasimodo
al pianoforte Melania Fiore
segue
“Teatro comico e no”
di Maria Luisa Spaziani
due divertenti atti unici di prosa tratti dall’omonimo libro della poetessa
con
Tullia Daniele
Mauro Fanoni
Melania Fiore
Costumi Antonia PetrocelliElementi Scenici Andrea Bianchi/ Forlani
Datore Luci Claudio Cianfoni
Regia



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