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Depenalizzazione e legalizzazione, unica via per evitare che lo stato etico sia alleato con le mafie

  • Immagine del redattore: Radicali Roma
    Radicali Roma
  • 28 mar 2013
  • Tempo di lettura: 2 min

Di fronte all’ottusità del modello dei sindaci sceriffo di matrice leghista a cui ci hanno abituato alcune amministrazioni, non solo di centrodestra, le parole del senatore Marino spiccano per buon senso e consapevolezza delle dinamiche che sono alla base della criminalità grande e piccola nelle metropoli.

Il traffico degli stupefacenti con i suoi 20 miliardi di fatturato è la principale fonte di guadagno delle mafie e l’Italia affronta il problema con una delle legislazioni più dannose e controproducenti d’Europa. La leggi Fini-Giovanardi è sbagliata dal punto di vista sociale e giuridico e contribuisce in buona parte a creare la tragedia delle carceri italiane che vedono il nostro paese violare costantemente la giurisdizione internazionale.

La mancata distinzione tra sostanze profondamente diverse è poi uno dei motivi che rende la legislazione italiana difforme dalle direttive europee.

Depenalizzazione (a partire dalla coltivazione domestica di marijuana) e legalizzazione sono l’unica via d’uscita perchè lo stato non sia uno stato etico alleato con le mafie, come ora è. L’unica via per affrontare nel modo giusto i problemi di dipendenza di alcuni cittadini senza rendere criminali milioni di consumatori di sostanze stupefacenti che ci sono in Italia.

L’ordine pubblico non è di competenza del sindaco, se non in maniera indiretta e residuale. Il primo cittadino dovrebbe occuparsi di creare le condizioni per la sicurezza dei cittadini garantendo servizi efficienti (illuminazione, trasporti) e facendo “vivere” i quartieri anche di sera, anche di notte, attraverso iniziative di riqualificazione sociale e culturale degli stessi.

Invece l’ossessione securitaria che ha dominato le ultime campagne elettorali non ha prodotto maggiore sicurezza per i cittadini romani ma ha portato l’amministrazione a spararle sempre più grosse producendo ordinanze antiprostituzione, antialcool, antibivacco, “antitutto” che si sono rivelate inapplicabili, controproducenti e hanno portato allo spreco di enormi risorse pubbliche

 
 
 

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