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Rifiuti – Azioni congiunte (Paesesera, 2 aprile 2012)rr

  • Immagine del redattore: Radicali Roma
    Radicali Roma
  • 3 apr 2012
  • Tempo di lettura: 4 min

Due semplici parole, più di altre, racchiudono il pensiero di Clini rispetto all’emergenza rifiuti a Roma. Le ha pronunciate durante la conferenza stampa di mercoledì 28 marzo. Il concetto è semplice: l’apertura del sito che sostituirà Malagrotta dovrà coincidere con un aumento sostanziale della percentuale di raccolta differenziata. Questo per due motivi fondamentali: il primo riguarda il tipo di discariche, infatti il Ministro è ben cosciente che Bruxelles non sarà più disposta a tollerare lo smaltimento in enormi invasi ma sosterrà solo discariche di servizio per conferimenti residuali; il secondo interessa la credibilità agli occhi dei cittadini, ovverosia nessuna azione potrà considerarsi accettabile senza un vero cambio di direzione rispetto al ciclo dei rifiuti e tale trasformazione sarà fattibile solo raggiungendo in breve tempo quantità di riciclo degne di un paese civile.

IL PIANO PER ROMA – Senza ombra di dubbio, due motivazioni giuste, il ragionamento del ministro puntuale. Per uscire dalla crisi che attanaglia Roma ci vogliono necessariamente delle azioni congiunte. Ho ampiamente scritto, nel precedente articolo, dei timori che nutro per la politica del dicastero dell’Ambiente. Ritengo però corretto sottolineare come, nel breve periodo, le azioni previste dal “Piano per Roma” siano molto condivisibili. Queste infatti riprendono, in larga parte, lo spirito della mozione consiliare presentata nel 2011 dai consiglieri della Lista Bonino Pannella, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, con cui si propose alla giunta Polverini di stringere “un patto chiaro per e con i cittadini”.

Tale intesa doveva passare necessariamente attraverso lo stanziamento di risorse economiche atte ad intraprendere un serio programma di riduzione dei rifiuti ad iniziare dalla pubblica amministrazione, avviare la raccolta differenziata porta a porta in tutti i comuni del Lazio, costruire e ammodernare gli impianti di compostaggio necessari a supportare il programma straordinario di recupero del materiale umido e rendere infine economicamente sconveniente conferire il “tal quale” in discarica. Il senso dell’atto istituzionale firmato dai due consiglieri radicali era molto chiaro: le popolazioni locali non si diranno mai disposte ad accettare nessuna nuova discarica senza un segnale di reale cambiamento, in sostanza nessun invaso sarà mai da considerarsi provvisorio senza un ingente piano economico a favore della raccolta differenziata.

Non per gusto polemico, ma solo per correttezza di cronaca vorrei ricordare l’imbarazzante motivazione attraverso la quale la maggioranza di centro destra bocciò quella mozione, in parole povere dissero: “non ci sono i soldi”. Oggi come ieri, e’ innegabile che tutto ruoti intorno alla questione economica. Per anni, infatti, si è continuato a conferire di tutto a Malagrotta perché economicamente conveniente rispetto ad altri tipi di sistemi, interrando materiale non trattato soprattutto perché l’eventuale passaggio attraverso gli impianti di trattamento meccanico biologico avrebbe comportato degli oneri aggiuntivi. Quest’ultimo aspetto ritengo sia la vera motivazione per la quale gli impianti Tmb non abbiano mai lavorato a regime.

MALAGROTTA – Ritornando a Clini, non a caso, nel suo documento si parla anche di verifica di adeguatezza ed eventuale revisione delle vigenti tariffe. L’invaso più grande d’Europa, per troppi anni, ha avuto prezzi di ingresso troppo bassi e la politica ne ha approfittato al fine di dirottare le risorse in altri settori più o meno consociativi. Questa prassi consolidata, senza l’intervento deciso dell’Unione europea, sarebbe continuata ancora per tanti anni. Ma la questione economica riveste un ruolo davvero centrale anche nell’analisi della strettissima attualità. Si badi bene, c’è un punto cruciale che, purtroppo ancora oggi, viene poco considerato. La governatrice Polverini non fa altro che ripetere, come se fosse un mantra, il suo personale mantra, che la attuale maggioranza è stata l’unica capace ad approvare un Piano rifiuti dopo ben otto anni di assoluto vuoto deliberativo. Tutto vero se non fosse per un piccolo particolare. Tale atto consiliare, almeno nella prima parte, prevede il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2012.

IL LAZIO – Ciò vuol dire che, per il Lazio, si dovrebbero prevedere ingenti risorse economiche, di cui non vi e’ traccia, dunque un Piano rifiuti non accompagnato dagli stanziamenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi previsti è, e purtroppo rimane, solamente carta straccia. Una importante novità pero’ si intravede a firma del Ministero dell’Ambiente. Clini ha infatti dichiarato che il Governo è pronto ad emanare un Decreto legge per un programma straordinario, sostenuto da risorse economiche, utile per Roma al fine del raggiungimento del 50% di raccolta differenziata entro il triennio 2012-2014. Va notato come la quantità prevista dal “piano per Roma” sia inferiore, anche se comunque ragguardevole, a quella programmata dalla normativa nazionale, dalla direttiva europea e dal Piano rifiuti della Regione Lazio. Ebbene sì, Clini evidenzia una percentuale minore a quella riportata dalla delibera Polverini. E la presidente della Regione Lazio come reagisce? Rilasciando la seguente dichiarazione: “le percentuali, anche di differenziata, che vengono individuate dal piano per Roma, ad una prima lettura, ed a nostro avviso sono poco verosimili con quei tempi di raggiungimento”. Delle parole imbarazzanti, non c’è che dire! Puntuale la replica del ministro: “Salerno in un anno è passata dal 14% al 50% di raccolta differenziata. Per Pecoraro e Polverini, è un obiettivo ambizioso. E per i romani?” aggiungendo anche : “Leggo che sui rifiuti di Roma al prefetto Pecoraro e alla presidente Polverini paiono ambiziosi i nostri obiettivi di raccolta differenziata. Il prefetto non so, ma magari la parte regionale ha un’altra agenda?”. Che dire: chapeau!

I SITI – Il Piano per Roma, inoltre, boccia i sette siti individuati dalla Regione Lazio. La motivazione? Tanto giusta quanto irritante per alcuni attori istituzionali. Si legge, infatti, da una dichiarazione del ministero dell’Ambiente che: “non è realistico superare un emergenza ambientale con deroghe ai vincoli ambientali che le direttive europee e le leggi nazionali considerano inderogabili”. In sostanza possiamo affermare che qualche inutile sciocco aveva fatto i conti senza l’oste. Ci si aspettava probabilmente, una semplice ratifica di decisioni prese altrove. Sottovalutando una questione e cioè che l’inizio del commissariamento è stato decretato dal Governo Berlusconi non da quello Monti. Ora Clini vada avanti però, passando dalle parole ai fatti. L’esecutivo lo sostenga attraverso un programma straordinario per Roma. Il tempo si sa è tiranno. Il 2013, anno di importanti appuntamenti elettorali, si sta lentamente avvicinando e gli avvoltoi sono e saranno già pronti a ri-prendersi il potere.

*membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani

di Massimiliano Iervolino

 
 
 

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