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Tanti pianisti sui banchi in Consiglio comunale

  • Immagine del redattore: Radicali Roma
    Radicali Roma
  • 19 mag 2009
  • Tempo di lettura: 2 min

“Tanti pianisti sui banchi in Consiglio comunale”

• da La Repubblica – ed. Roma del 19 maggio 2009, pag. 1

di Laura Mari

L’aula Giulio Cesare come la Camera dei deputati. E i “pianisti” arrivano in Campidoglio. La denuncia è dei Radicali di Roma, secondo cui «i consiglieri comunali, invece di utilizzare un solo dito per votare, ne usano dieci, in modo da esprimere la preferenza anche per i consiglieri assenti e garantire così il gettone di presenza». Proprio come avveniva in Parlamento prima dell`introduzione, alcuni mesi fa, del voto tramite tessera elettronica. La denuncia dei Radicali capitolini nasce dalla constatazione che, «nonostante l`Aula Giulio Cesare sia spesso semivuota», le votazioni del consiglio comunale vanno sempre a buon fine. «L`enigma si risolve – spiega il radicale Riccardo Magi- se si osserva il comportamento dei pochi consiglieri che, al momento della votazione, corrono freneticamente tra i banchi, in su e in giù, a destra e a sinistra, pigiando i tasti ai posti dei colleghi di partito che sono perennemente assenti». Un comportamento che, precisa la deputata radicale Rita Bernardini «è assolutamente illegale. Per i consiglieri “pianisti”, invece, truffare cittadini e istituzioni sembra essere la normalità. E non si rendono conto – prosegue l`ex consigliere comunale dei radicali Rita Bernardini – che in questa maniera vengono bocciate o passano delibere che poi hanno ripercussioni estremamente importanti sulla vita dei romani e sull`amministrazione della città». Finora il fenomeno dei “pianisti” si era verificato solo in Parlamento, al punto che a marzo di quest`anno alla Camera dei Deputati è stato introdotto un nuovo sistema di votazione basato sul riconoscimento di ciascun parlamentare tramite le impronte digitali. Un modo estremamente tecnologico perporre fine a un malcostume che, a quanto denunciano i Radicali, si sta invece diffondendo anche in Campidoglio. Bisognerà vedere, a questo punto, se la giunta capitolina intenderà bloccare il fenomeno dei “pianisti” prendendo provvedimenti analoghi a quelli adottati in Parlamento

 
 
 

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